Daily Archive 27 Settembre 2018

QUALI DIFFERENZE TRA BULLISMO E CYBERBULLISMO

Con il termine cyberbullismo o bullismo online si indicano:
quegli atti di bullismo e di molestia, prevaricazione effettuati tramite mezzi elettronici come le e­mail, le chat, i blog, i telefoni cellulari, i siti web o qualsiasi altra forma di comunicazione riconducibile al web.

Anche se si presenta in una forma diversa, anche quello su internet è bullismo: far circolare foto spiacevoli o inviare e­mail contenenti materiale offensivo può far molto più male di un pugno o di un calcio, anche se non comporta violenza o altre forme di coercizione fisica.

Nelle comunità virtuali il cyberbullismo può essere anche di gruppo e di solito le ragazze sono vittime più frequentemente dei ragazzi, spesso con messaggi contenenti allusioni sessuali.

Solitamente il disturbatore agisce in anonimato, talvolta invece non si preoccupa affatto di nascondere la sua identità.

In Inghilterra, più di un ragazzo su quattro, tra gli undici e i diciannove anni è stato minacciato da un bullo via e­mail o sms. In Italia, secondo alcune ricerche, è emerso che il 24% degli adolescenti subisce in questo modo prevaricazioni, offese o prepotenze.

 

Differenze tra Bullismo e cyberbullismo.

Rispetto al bullismo tradizionale nella vita reale, l’uso di mezzi elettronici conferisce al cyberbullismo alcune caratteristiche proprie:

  • Anonimato del bullo: in realtà, questo anonimato è illusorio perché ogni comunicazione elettronica lascia dietro se delle “tracce”. Però per la vittima è difficile risalire da sola al molestatore ed ancora più difficile potrebbe essere
  • Indebolimento delle remore morali: la caratteristica precedente, abbinata alla possibilità di assumere un’identità diversa dalla propria qualora si sia online, possono indebolire le remore morali, infatti spesso la gente fa e dice online cose che non farebbe o non direbbe nella vita reale.
  • Assenza di limiti spaziotemporali: mentre il bullismo tradizionale avviene in luoghi e momenti specifici (ad esempio in contesto scolastico), il cyberbullismo investe la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronico utilizzato.

Il bullismo online assume diverse sfaccettature che permettono di individuarne più tipologie:

  1. flaming: messaggi online violenti e volgari mirati a suscitare battaglie verbali in un forum;
  2. cyber­stalking: molestie e denigrazioni ripetute, persecutorie e minacciose mirate ad incutere paura, portati attraverso la rete o un altro mezzo di comunicazione elettronico;
  3. slander o denigration (denigrazione), altra manifestazione di cyberbullismo che consiste nel minare, attraverso i social network, la reputazione della vittima, sia inviandole direttamente messaggi denigratori sia con la diffusione di maldicenze;
  4. sostituzione di persona: farsi passare per un’altra persona per poi spedire messaggi o pubblicare testi reprensibili;
  5. exposure è la rivelazione di fatti o notizie compromettenti o imbarazzanti diffuse attraverso il web;
  6. inganno: ottenere la fiducia di qualcuno con l’inganno per poi pubblicare o condividere con altri le informazioni confidate attraverso i mezzi elettronici;
  7. esclusione: escludere deliberatamente una persona da un gruppo online per ferirla;
  8. molestie: spedizione ripetuta di messaggi insultanti con l’unico fine di ferire il destinatario.

Molti cyberbulli agiscono in maniera aggressiva e violenta perché desiderano avere visibilità e fanno di tutto affinché il loro atto venga conosciuto e reso pubblico proprio per attirare su di sé l’attenzione dei mezzi d’informazione, per ricevere cioè dal mondo esterno tutte quelle attenzioni che non ricevono quotidianamente all’interno della loro famiglia o del loro gruppo d’amici.

Più il comportamento del bullo viene conosciuto e più il bullo ottiene ciò che desidera.

Il cyberbullo agisce non tanto per esercitare una violenza su qualcuno, bensì come abbiamo visto, per catalizzare su di sé tutta l’attenzione possibile: con la metodologia del file­sharing oggigiorno è sempre più facile che un video o una notizia venga conosciuta da tutto il popolo della rete.

Lo sviluppo di siti per la condivisione di file, come quelli video (vedi You Tube), ha infatti dato un contributo notevole nel rinforzare il fenomeno del cyberbullismo.

Evitare che tali siti diffondano i video aventi per oggetto azioni di violenza e prepotenza sarebbe certamente un passo importante al fine di contrastare il fenomeno.

Le conseguenze psicologiche e le ripercussioni del fenomeno, anche in questo contesto, sono simili a quelle del bullismo tradizionale; dunque può esserci un intenso livello soggettivo di sofferenza che va ad interessare l’area individuale e relazionale delle vittime con effetti anche gravi sull’autostima, sulle capacità socio affettive, sul senso di autoefficacia, sull’identità personale.

Possono riscontrarsi anche difficoltà scolastiche, ansia, depressione e, nei casi più estremi, idee suicidarie.

E’ ragionevole ritenere che le conseguenze possano essere, perfino, maggiormente gravose per effetto della forza mediatica di messaggi, foto e video trasmessi online o sul telefono cellulare.

E’ importante, quindi, ragionare in termini di prevenzione per evitare di dover affrontare aspetti ben più complessi e problematici: una buona informazione e comunicazione effettuate dalle principali agenzie educative, la famiglia e la scuola, può rivelarsi molto utile, infatti spesso sono proprio la disinformazione, la politica del silenzio e la convinzione erronea di non poter denunciare i fatti, a far sì che gli aggressori agiscano spinti

dalla possibilità di non uscire allo scoperto e le vittime subiscano provando vergogna e sentendosi sbagliate.

Questo innesca un pericoloso circolo vizioso che tende a perpetuarsi con il contributo di tutti gli attori sociali.

Fonte: https://didatticapersuasiva.com