Category Archive Devianze digitali

Iperconnessi: una puntata interessante di “Presa diretta” su Rai Tre

Clicca qui per rivedere la puntata del 15 ottobre 2018 di “Presa diretta”, sul tema degli “iperconnessi”

Seven – Le sette piaghe digitali della contemporaneità

Una breve riflessione su sette aspetti problematici nel rapporto fra giovani e nuove tecnoclogie dell’informazione e della comunicazione (in allegato)

Allegati

Cyberbullismo: qualche riflessione

Scarica qui la presentazione su alcuni aspetti educativi connessi con il cyberbullismo.

Allegati

Cyberbullismo: un esempio di progetto didattico

22 Ottobre 2018 Commenti disabilitati su Cyberbullismo: un esempio di progetto didattico By massimo Dei Cas

Nel sito https://icgemona.gov.it/ è possibile visionare l’allegato progetto didattico di prevenzione contro le diverse forme di bubblismo e cyberbullismo.

In their shoes… Cyberbullismo ed analfabetismo empatico

22 Ottobre 2018 Commenti disabilitati su In their shoes… Cyberbullismo ed analfabetismo empatico By massimo Dei Cas

La presentazione allegata illustra il nesso fra cyberbullismo e problema di empatia nei processi di sviluppo di preadolescenti ed adolescenti, ponendo l’accento sulla necessità di strategie educative che puntino sulla prevenzione del rischio di banalizzazioni e minimizzazioni nelle interazioni reali e virtuali dei ragazzi.

 

Ragazzi e internet, una guida per evitare di cadere nelle maglie della rete e per uscirne

Fonte: http://www.repubblica.it

La chiave è essere più consapevoli. Dalle dipendenze al cyberbullismo, fino al sexting: quali sono i comportamenti patologici o rischiosi, come riconoscerli e intervenire. Una guida contenuta nel nuovo libro Adolescenti nella rete.

 
CYBERBULLISMO, dipendenza, relazioni virtuali: il web in certi casi può diventare una trappola, soprattutto per gli adolescenti, in una fascia d’età ancora molto fragile. Non è un caso che oggi sia appena stato pubblicato, sulla rivista European Neuropsychopharmacology, il Manifesto per la creazione di una rete di ricerca a livello europeo dedicata ai temi del bullismo, del gambling, della pornografia e anche all’uso eccessivo dei social. Perché può capitare di cadere e rimanere imbrigliati nelle maglie della rete: l’importante è riuscire a chiedere aiuto e intervenire tempestivamente. Oltre a questo manifesto, per guidare insegnanti, genitori e gli stessi ragazzi a comprendere meglio il mondo di internet, i suoi vantaggi e i pericoli, dal 25 ottobre arriva in libreria Adolescenti nella rete. Quando il web diventa una trappola (L’Asino d’oro Edizioni, collana Bios/Psiché Adolescenza, 14 euro), un testo che si propone come guida chiara per districarsi dagli intrecci della rete. Come? Prima di tutto conoscendola.

 
LE CAUSE DI UN USO IMPROPRIO
Se da un lato famiglia, educatori e giovani non devono mai abbassare la guardia, dall’altro lato non deve esserci allarmismo e paura nell’utilizzo di internet, che rimane un mezzo utile dal punto di vista dell’apprendimento e della condivisione rapida delle informazioni, come spiega Assunta Amendola, psicologa dell’età evolutiva – che insieme ai colleghi e psicoterapeuti Beniamino Gigli e Alessandra Maria Monti ha scritto il libro – ricordando che la maggior parte degli adolescenti ne fa un uso piuttosto appropriato e non patologico. “Soltanto in determinati casi possono manifestarsi problematiche serie, come dipendenze o cyberbullismo, con effetti anche gravi, dall’isolamento sociale alla depressione, fino al suicidio”, chiarisce Amendola, “problemi che però non sono causati di per sé da internet o dai videogiochi, ma che rappresentano la spia di un disagio o di una condizione patologica preesistente”.
Non soltanto abusi, violenze fisiche e traumi manifesti subiti dal bambino, possono essere responsabili di comportamenti violenti o patologici: “Spesso si tratta invece di carenze invisibili nella sfera affettiva, vissute in una fase molto precoce, di cui non si ha memoria cosciente, come quella neonatale o della prima infanzia, in cui nonostante un accudimento materiale corretto da parte delle figure parentali la relazione può essere priva di una profonda dimensione affettiva essenziale per un corretto sviluppo psico-fisico, secondo la teoria dello psichiatra Massimo Fagioli”.

 
DAL CYBERBULLISMO AL SEXTING
Passando dalle cause ai problemi, uno degli esempi più manifesti e noti è quello del cyberbullismo, spiega l’esperta, che può avere conseguenze devastanti anche più del bullismo tradizionale, vista la rapidità e la capillarità di internet nel diffondere le informazioni. “In una classe di scuola media superiore è capitato il caso di un ragazzo, cui era stato attribuito, come se lo avesse scritto lui stesso, un messaggio di testo dal contenuto offensivo, dunque una forma di cyber-calunnia con diffamazione”, racconta Amendola. “In questo caso, in primo luogo lo studente, supportato dai genitori, ha semplicemente spiegato, sulla chat stessa, di non essere l’autore di quel messaggio, ma di essere stato vittima di bullismo: un esempio di azione immediata ed efficace, che spesso gli adolescenti non sono in grado di compiere, a causa della vergogna o di altri meccanismi psicologici, considerando anche la fragilità tipica di questa età”. Ma se si tiene l’accaduto per sé, per paura o imbarazzo, il rischio è che la situazione peggiori o si complichi, con effetti negativi maggiori per la vittima. Al di là dell’episodio specifico, inoltre, se l’insegnante o il genitore si accorge di un problema – sia che l’adolescente ne sia vittima sia che ne sia autore – è bene chiarire in prima battuta con lui attraverso il dialogo, prosegue l’esperta, perché a volte si tratta di azioni frutto di fraintendimenti o errori che soprattutto a questa età possono capitare.
Un comportamento da evitare secondo l’esperta è poi quello del sexting, ovvero la trasmissione di informazioni, immagini, testi e video con contenuti a sfondo sessuale. “In questo caso raccomandiamo ai ragazzi di non diffondere mai tramite piattaforme internet, neanche fra amici, contenuti personali e intimi che non desiderano rendere pubblici”, rimarca Amendola. “Può accadere infatti che questi messaggi circolino all’interno di una cerchia di persone più ampia, volontariamente o involontariamente, e abbiano una diffusione molto maggiore di quella che immaginano i ragazzi, molto spesso inconsapevoli della potenza del mezzo: altra ragione per cui famiglia e scuola devono assolutamente avere un ruolo educativo anche su come funziona la rete”.

 
RELAZIONI VIRTUALI
Anche le relazioni virtuali, tramite chat, applicazioni e social media possono in certi casi assumere tratti patologici. “Quando i rapporti virtuali sono limitati nel tempo e nello spazio della mente, questo di per sé non rappresenta un problema – spiega Amendola –. Quando invece ci si accorge, ed è bene prestare un’elevata attenzione, che l’adolescente si isola completamente dalle relazioni e da una socialità reale e sana, oppure che dedica tutto il tempo libero a queste chat, allora l’abitudine assume caratteristiche di una vera e propria patologia, per cui può essere necessario chiedere un aiuto esterno, psicoterapeutico o psichiatrico”. Sempre ricordando, sottolinea l’esperta, che i rapporti virtuali non sono veri rapporti, dato che non c’è un contatto fisico, emozionale e affettivo reale, che avviene soltanto dal vivo. E senza dimenticare che si può incorrere in numerose minacce, fisiche e psicologiche, dato che tramite la rete chiunque può assumere una falsa identità e tendere inganni e trappole anche molto pericolosi.

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QUALI DIFFERENZE TRA BULLISMO E CYBERBULLISMO

Con il termine cyberbullismo o bullismo online si indicano:
quegli atti di bullismo e di molestia, prevaricazione effettuati tramite mezzi elettronici come le e­mail, le chat, i blog, i telefoni cellulari, i siti web o qualsiasi altra forma di comunicazione riconducibile al web.

Anche se si presenta in una forma diversa, anche quello su internet è bullismo: far circolare foto spiacevoli o inviare e­mail contenenti materiale offensivo può far molto più male di un pugno o di un calcio, anche se non comporta violenza o altre forme di coercizione fisica.

Nelle comunità virtuali il cyberbullismo può essere anche di gruppo e di solito le ragazze sono vittime più frequentemente dei ragazzi, spesso con messaggi contenenti allusioni sessuali.

Solitamente il disturbatore agisce in anonimato, talvolta invece non si preoccupa affatto di nascondere la sua identità.

In Inghilterra, più di un ragazzo su quattro, tra gli undici e i diciannove anni è stato minacciato da un bullo via e­mail o sms. In Italia, secondo alcune ricerche, è emerso che il 24% degli adolescenti subisce in questo modo prevaricazioni, offese o prepotenze.

 

Differenze tra Bullismo e cyberbullismo.

Rispetto al bullismo tradizionale nella vita reale, l’uso di mezzi elettronici conferisce al cyberbullismo alcune caratteristiche proprie:

  • Anonimato del bullo: in realtà, questo anonimato è illusorio perché ogni comunicazione elettronica lascia dietro se delle “tracce”. Però per la vittima è difficile risalire da sola al molestatore ed ancora più difficile potrebbe essere
  • Indebolimento delle remore morali: la caratteristica precedente, abbinata alla possibilità di assumere un’identità diversa dalla propria qualora si sia online, possono indebolire le remore morali, infatti spesso la gente fa e dice online cose che non farebbe o non direbbe nella vita reale.
  • Assenza di limiti spaziotemporali: mentre il bullismo tradizionale avviene in luoghi e momenti specifici (ad esempio in contesto scolastico), il cyberbullismo investe la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronico utilizzato.

Il bullismo online assume diverse sfaccettature che permettono di individuarne più tipologie:

  1. flaming: messaggi online violenti e volgari mirati a suscitare battaglie verbali in un forum;
  2. cyber­stalking: molestie e denigrazioni ripetute, persecutorie e minacciose mirate ad incutere paura, portati attraverso la rete o un altro mezzo di comunicazione elettronico;
  3. slander o denigration (denigrazione), altra manifestazione di cyberbullismo che consiste nel minare, attraverso i social network, la reputazione della vittima, sia inviandole direttamente messaggi denigratori sia con la diffusione di maldicenze;
  4. sostituzione di persona: farsi passare per un’altra persona per poi spedire messaggi o pubblicare testi reprensibili;
  5. exposure è la rivelazione di fatti o notizie compromettenti o imbarazzanti diffuse attraverso il web;
  6. inganno: ottenere la fiducia di qualcuno con l’inganno per poi pubblicare o condividere con altri le informazioni confidate attraverso i mezzi elettronici;
  7. esclusione: escludere deliberatamente una persona da un gruppo online per ferirla;
  8. molestie: spedizione ripetuta di messaggi insultanti con l’unico fine di ferire il destinatario.

Molti cyberbulli agiscono in maniera aggressiva e violenta perché desiderano avere visibilità e fanno di tutto affinché il loro atto venga conosciuto e reso pubblico proprio per attirare su di sé l’attenzione dei mezzi d’informazione, per ricevere cioè dal mondo esterno tutte quelle attenzioni che non ricevono quotidianamente all’interno della loro famiglia o del loro gruppo d’amici.

Più il comportamento del bullo viene conosciuto e più il bullo ottiene ciò che desidera.

Il cyberbullo agisce non tanto per esercitare una violenza su qualcuno, bensì come abbiamo visto, per catalizzare su di sé tutta l’attenzione possibile: con la metodologia del file­sharing oggigiorno è sempre più facile che un video o una notizia venga conosciuta da tutto il popolo della rete.

Lo sviluppo di siti per la condivisione di file, come quelli video (vedi You Tube), ha infatti dato un contributo notevole nel rinforzare il fenomeno del cyberbullismo.

Evitare che tali siti diffondano i video aventi per oggetto azioni di violenza e prepotenza sarebbe certamente un passo importante al fine di contrastare il fenomeno.

Le conseguenze psicologiche e le ripercussioni del fenomeno, anche in questo contesto, sono simili a quelle del bullismo tradizionale; dunque può esserci un intenso livello soggettivo di sofferenza che va ad interessare l’area individuale e relazionale delle vittime con effetti anche gravi sull’autostima, sulle capacità socio affettive, sul senso di autoefficacia, sull’identità personale.

Possono riscontrarsi anche difficoltà scolastiche, ansia, depressione e, nei casi più estremi, idee suicidarie.

E’ ragionevole ritenere che le conseguenze possano essere, perfino, maggiormente gravose per effetto della forza mediatica di messaggi, foto e video trasmessi online o sul telefono cellulare.

E’ importante, quindi, ragionare in termini di prevenzione per evitare di dover affrontare aspetti ben più complessi e problematici: una buona informazione e comunicazione effettuate dalle principali agenzie educative, la famiglia e la scuola, può rivelarsi molto utile, infatti spesso sono proprio la disinformazione, la politica del silenzio e la convinzione erronea di non poter denunciare i fatti, a far sì che gli aggressori agiscano spinti

dalla possibilità di non uscire allo scoperto e le vittime subiscano provando vergogna e sentendosi sbagliate.

Questo innesca un pericoloso circolo vizioso che tende a perpetuarsi con il contributo di tutti gli attori sociali.

Fonte: https://didatticapersuasiva.com

 

Gioco d’azzardo, si cambia: stop alle slot nei bar e sostegno ai Comuni contro la ludopatia

La proposta di legge del sottosegretario all’Economia Bitonci (Lega): stop alle slot nei bar e nuovi limiti orari. La ludopatia in Italia è una piaga sociale, e i Comuni sono “lasciati soli”

Slot machine, cambia tutto. Stop alle slot nei bar, nuove disposizioni in tema di limiti orari e nuovo contingentamento degli apparecchi. Sono alcuni degli obiettivi della proposta di legge del sottosegretario all’Economia e alle Finanze, Massimo Bitonci (Lega), relativa a “Disposizioni per il contrasto della ludopatia e la razionalizzazione dei punti di vendita di gioco pubblico”. Il provvedimento, che mira a evitare “l’eccessivo razionamento e polverizzazione dell’offerta di gioco, innalzare la professionalità degli operatori allo scopo di proteggere le categorie più deboli, contrastare il fenomeno del gioco illegale”, prevede “nuovi criteri per l’installazione” delle slot al fine di “limitarne l’eccessivo proliferare in bar, ristoranti e tutti quegli esercizi commerciali che non fanno del gioco la loro attività principale”.“

La proposta di legge
Nel dettaglio, “è vietata l’installazione negli esercizi commerciali con attività principale diversa dalla commercializzazione dei prodotti di gioco pubblico che abbiano una superficie inferiore a 20 metri quadrati. L’installazione è inoltre vietata negli stabilimenti balneari, nei circoli privati, nei centri di raccolta scommesse che raccolgono in Italia per conto di operatori esteri – che operano in forza della sentenza cosiddetta Costa Cifone emessa il 16 febbraio 2012 dalla Corte di giustizia dell’Unione europea – e nelle sale pubbliche da gioco dove, in aggiunta, è vietata anche l’installazione delle videolottery”.

Come riferisce Agimeg, nella proposta di legge Bitonci viene inoltre ridisegnato “il sistema del contingentamento, ovvero il numero massimo di congegni che è consentito installare in rapporto alla superficie dei locali destinata alla vendita o all’attività economica e sociale, nei bar, nei ristoranti e negli alberghi, riducendo il numero massimo di apparecchi installabili rispetto al numero oggi consentito”. I locali destinati all’installazione delle slot negli esercizi commerciali inoltre “devono essere architettonicamente separati dalle aree destinate all’attività principale dell’esercizio e la loro superficie non deve essere prevalente rispetto a quella dedicata all’attività principale”.“

Nuovi orari per le slot machine
Sul tema degli orari, la proposta prevede “nuove disposizioni in materia di orario, al fine di evitare che la possibilità dell’accesso al gioco, a qualsiasi orario del giorno e della notte, possa favorire in maniera indiscriminata la dipendenza, almeno per i dispositivi fisici, tenuto conto dell’ormai dilagante fenomeno del gioco online illegale su cui, invece, è più difficile intervenire”. Si prevede anche “una regolamentazione più stringente riguardo l’ubicazione geografica dei dispositivi, stabilendo norme sulla distanza tra questi ultimi e luoghi sensibili come scuole, ospedali, centri sportivi, parchi pubblichi e centri parrocchiali. Allo stesso modo, è anche prevista una distanza minima dagli sportelli bancari o postali, tale da scoraggiare, quanto più possibile, il prelievo di contante”.

Ai Comuni il 30 per cento delle entrate
La proposta di legge mira inoltre a devolvere “il 30 per cento delle entrate derivanti dal prelievo erariale unico alle amministrazioni comunali, che oggi sono sempre più chiamate a sostenere l’onere dei controlli negli esercizi commerciali e nelle sale da gioco e a dare il proprio sostegno nella lotta alla ludopatia. Le modalità di attribuzione ai Comuni della quota parte loro spettante sono rimandate ad un successivo decreto del Ministro dell’economia e finanze”. Si limita poi “il ricorso alle carte di debito per il pagamento delle giocate: sempre più spesso, infatti, accade che alcuni giocatori, pur di continuare a giocare, siano disposti a indebitarsi ulteriormente, aggirando, con l’utilizzo della carta di debito, i limiti imposti al prelievo di contanti” e sono infine previste “sanzioni amministrative di natura pecuniaria, nonché la chiusura dell’esercizio, in caso di reiterazione della violazione degli obblighi imposti dalla legge”.

Nel 2017, stando ai dati ufficiali dei Monopoli di Stato rielaborati dall’Associazione per lo studio del gioco d’azzardo, gli italiani hanno speso complessivamente 101,85 miliardi di euro. Un aumento del 6% rispetto al 2016 e del 142% sul 2007. “

Fonte: https://www.today.it

Come capire se tuo figlio è vittima di atti di bullismo e cyberbullismo

I segnali per capire se tuo figlio è vittima di bullismo

Bullismo e cyberbullismo, le cronache degli ultimi anni raccontano decine di casi di ragazzi vittime di coetanei. Tutte quelle storie di adolescenti presi di mira dal branco – e non solo – raccontano l’urgenza di mettere mano al fenomeno anche da un punto di vista normativo, tenendo a mente che tutti i soprusi e le vessazioni di cui i nostri figli possono divenire vittime o carnefici vengono ampliate a dismisura da internet e dai social network. L’ultima in ordine temporale è quella che pare coinvolgere un 17enne Di Rivoli (Torino). Si tratta di Michele Ruffino, il ragazzo che lo scorso 23 febbraio si gettato dal ponte di Alpignano. Secondo la madre, il perché abbia deciso di togliersi la vita è chiaro. Il figlio sarebbe stato vittima di bullismo per alcuni problemi di salute da cui era affetto dalla tenera età. 

Ma come capire per tempo se il proprio figlio è vittima di bullismo? È importante per i genitori e per gli insegnanti avere a disposizione gli strumenti per comprendere il bullismo, soprattutto capire quando dinamiche di quel tipo riguardano i ragazzi. Per questo è nata la guida del Telefono Azzurro “A prova di bullo”, sviluppata grazie al lavoro di ENABLE – European network against bullying in learning and leisure environments.

Al primo punto fra gli obiettivi, proprio quello di comprendere megliocos’è il bullismo e riconoscerne i segnali. “Con il termine bullismo– si legge nel documento – si fa riferimento ad un comportamento volutamente violento, perpetrato nel tempo da parte di un individuo o un gruppo nei confronti di un altro individuo o gruppo. Il fenomeno è caratterizzato da uno squilibrio di potere – sia esso fisico o psicologico – tra chi compie l’azione e chi la subisce“.

Bullismo: i campanelli di allarme

Esistono dei segnali d’allarme da non sottovalutare che talvolta indicano che il ragazzo è vittima di episodi di bullismo:

• stress emotivo e senso di impotenza nell’affrontare la situazione e tentare di mettervi fine;
• maggior rischio di sviluppare disturbi mentali, come ansia o depressione;
• manifestazione di tendenze autolesioniste, o persino suicide;
• calo del rendimento scolastico e difficoltà a socializzare.

Le ripercussioni di simili episodi secondo gli studiosi si manifestano a lungo termine anche in età adulta. Una ricerca recente – il progetto EU NET ADB realizzato interpellando un campione rappresentativo di giovani europei di età compresa tra i 14 e i 17 anni – rivela che il 21,9% degli intervistati è stato vittima dei bulli.

Insomma, una vera e propria emergenza della quale anche Tuttoscuola ha deciso di occuparsi, diffondendo il messaggio di Telefono Azzurro e fornendo quindi una sorta di vademecum per genitori e docenti. Come capire se un ragazzo è vittima, come se è diventato carnefice, come insegnare ai ragazzi a navigare su internet in sicurezza.

Fonte: tuttoscuola.com

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GAP e Deep Web: le nuove frontiere del crimine on line

Internet, come lo conosci, è un mondo vastissimo, pieno di social network e siti di vario tipo tutti accessibili tramite i più comuni motori di ricerca.
E se ti dicessi che Google (Il motore di ricerca più usato al mondo) contenga solo il 2% di Internet? Strano vero? Ma cosa si trova nell’altro 98%?

Internet viene diviso in due parti, una opposta all’altra, di solito rappresentate con l’immagine di un iceberg, proprio perché l’iceberg ha una piccola parte in superfice (COMMON WEB) e tutto il resto nascosto sott’acqua (DEEP WEB).

Nella prima parte (2%) troviamo i social network, i siti di gioco online e varianti che compongono solo una piccolissima parte di Internet, circa 2 miliardi di informazioni.

Nella seconda parte, chiamata “DEEP WEB” o “La parte strana di Internet” (98%), invece, si trova la maggior parte delle informazioni contenute in Internet, precisamente più di 550 miliardi di informazioni.

Ora, perchè esiste questo DEEP WEB? Cosa nasconde?

Nel DEEP WEB si trovano i siti più disumani al mondo, tra cui possiamo trovare siti pedopornograficisiti di spaccio e siti per la vendita di armi.

In poche parole, siti illegali impossibili da bloccare dalle forze dell’ordine, le quali vengono spesso corrotte o talvolta anche minacciate dai creatori dei siti contro legge.

La cosa più strana è che perfino l’FBI usa il DEEP WEB per ricavare il maggior numero di informazioni utili per scovare e catturare criminali o addirittura terroristi. Anche Anonymous, un famoso gruppo hacker, ha provato a violare vari siti di pedofilia, ma il sistema di protezione delle pagine è così alto che neanche loro sono riusciti ad entrarci. Ma il motivo principale per cui questi siti sono impossibili da bloccare è che ne sono troppi. Talmente tanti che per ogni sito chiuso ne vengono aperti cento.

Nel DEEP WEB gli utenti posso comprare qualsiasi tipo di droga e arma, ma non con una semplice moneta, bensì con il BitCoin. Il BitCoin è una moneta creata proprio all’interno del DEEP WEB e può essere addirittura usata al di fuori di esso, proprio per facilitare transizioni commerciali e renderle impossibili da rintracciare. Grazie al BitCoin nel DEEP WEB vengono generati più di 89mila dollari in transazioni, cifra risalente a più di un anno fa, ciò significa che, al giorno d’oggi, questa cifra possa essersi raddoppiata.

Uno dei virus più forti ed inquietanti del DEEP WEB è quello che riesce a controllare le webcam a distanza, permettendo agli hacker di ricevere tutto quello che viene ripreso. Questo tipo di virus si trova nei siti più pericolosi: in alcuni di questi siti ci sono vari tipi di servizi quali cannibaliserial killerpedofili e mercenari disposti ad operare in diretta sotto pagamento. I più paurosi sono i mercenari, disposti ad uccidere chiunque tu voglia, addirittura la tua famiglia, per prezzi a partire da 100mila dollari.

Per chiunque voglia avventurarsi, basta scaricare il Browser “Tor” ed entrarci. I siti presenti non usano i normali protocolli di rete come ad esempio http bensì codici formati da numeri e lettere che cambiano continuamente per rendere difficile la memorizzazione.