Il progetto si propone di dare massima diffusione alle tematiche del bullismo e cyberbullismo attraverso il coinvolgimento dei mass media e mezzi di comunicazione telematici, canali social, web, etc.
Altresì verranno affrontate le nuove forme di dipendenza online e devianze digitali.
Si prefigge il coinvolgimento dei docenti e dei genitori attraverso azioni formative e comunicative con interventi sul territorio con il supporto di esperti esterni.
Attivazione di collaborazioni delle istituzioni scolastiche che definiranno, attraverso specifici progetti, le azioni mirate atte alla prevenzione, contrasto e monitoraggio del fenomeno.
Il Progetto in dettaglio
Il cyberbullismo, la dipendenza da web, il G.A.P. (gioco d’azzardo patologico), il DeepWeb, la pedopornografia nel web e le frodi digitali, con vittime tra i minori, sono in aumento e rappresenta una vera e propria emergenza sociale.
I giovani, vittime di tali fenomeni, sono spesso giovanissimi (i primi pericoli si manifestano all’età di nove anni). Un fenomeno che deve essere contrastato immediatamente agendo su un doppio binario: la prevenzione primaria da una parte, e la capacità di riconoscere e risolvere questi fenomeni, quando in atto, dall’altra.
In tutti questi casi, protagonisti indiscussi sono i genitori che, insieme alle istituzioni scolastiche, giocano un ruolo primario nella battaglia contro i risvolti negativi che spesso porta con sé la rivoluzione digitale.
Il progetto si prefigge di realizzare, per la regione Lombardia, ma facilmente esportabile anche in altre realtà territoriali nazionali, un servizio di formazione/sensibilizzazione/educazione consapevole relativo a problematiche e rischi che i giovani, con le loro famigli, quotidianamente vivono nell’era digitale.
Di primaria importanza sarà il coinvolgimento del territorio (rapporti con enti pubblici e/o privati, associazioni, università…).
Obiettivi del progetto
Obiettivi generali:
- limitare e anticipare fenomeni di illegalità e azioni socialmente dannose;
- favorire pratiche di mediazione dei conflitti sociali, di educazione alla legalità e rispetto civile;
- migliorare politiche di prevenzione e di controllo sociale del territorio provinciale, di educazione e partecipazione giovanile, di informazione e comunicazione alle famiglie attraverso azioni pilota e buone pratiche, sperimentando interventi specifici, limitati, controllabili e trasferibili in diversi contesti educativi, culturali e sociali.
- conoscere le origini, i presupposti e le dinamiche che stanno alla base del cyberstalking, della internet dependence e del digitaI crime (gioco d’azzardo on line, phishing, pedopornografia on line, ecc..);
- conoscere le conseguenze generate dall’uso improprio della rete;
- rispondere al bisogno di informazione e formazione da parte dei destinatari del progetto (genitori, alunni, insegnanti);
- pianificare interventi ed elaborare strategie di prevenzione e contrasto nell’utilizzo “a rischio” del network e dei servizi di comunicazione associati (social, mail, web, pirateria informatica, ecc..), anche attraverso l’utilizzo di canali di comunicazione idonei alla natura digitale delle relazioni sociali usate oggi dagli adolescenti.
Obiettivi specifici
- progettazione e realizzazione di un centro di ricerche provinciale e di documentazione dei fenomeni associati al bullismo, cyberbullismo e digitalcrime;
- organizzazione di programmi di intervento tesi alla prevenzione e al contrasto del fenomeno;
- programmazione di interventi informativi/formativi indirizzati agli adolescenti (studenti), alle famiglie, alle agenzie educative, agli operatori scolastici;
- definizione di protocolli e programmi fruibili dalle realtà scolastiche;
- promozione di gruppi di lavoro territoriali/locali formati da docenti, genitori e studenti che possano costituire una prima interfaccia con le vittime di crimini digitali;
- allargamento del progetto ad altri fenomeni di devianza sociale;
- coinvolgimento di soggetti istituzionali (comuni, istituzioni scolastiche) e ‘privati’ (agenzie educative, associazioni, comitati).
Fasi
Prima fase
definizione di un team di esperti costituiti da:
- docenti e figure professionali esterne esperte in psicologia dell’adolescenza, con specifiche competenze in ambito di cyberstalking e gap (gioco d’azzardo patologico);
- docenti esperti di sicurezza informatica e di reti telematiche (ICTE -information and communication Technology expert), con specifiche competenze anche in ambito di analisi, progettazione, realizzazione e gestione di ambienti web oriented, finalizzati alla gestione della comunicazione e dell’analisi dei dati raccolti.
- docenti e figure professionali esterne esperti legali con specifiche competenza sulla normativa italiana ed internazionale su crimini informatici;
- alunni delle scuole secondarie di secondo grado con mansioni di ricerca, organizzazione delle informazioni, osservazione e analisi del fenomeno;
- docenti di sociologia/pedagogia referenti dei gruppi di lavoro costituito dagli alunni del scuole secondarie di secondo grado
Seconda fase
realizzazione di una piattaforma (web + social network) www.cybermentors.it (o simile) con le seguenti specifiche funzionali:
- CMS (content management system) per la gestione dei dati e delle elaborazioni degli stessi;
- forum dedicato alle aree tematiche specifiche; moduli digitali per la raccolta di informazioni online
- area faq
- mailinglist
- area pubblica/riservata per docenti/famiglie/enti/associazioni dove condividere best practice, documenti, informazioni digitali, moduli didattici digitali, ecc..;
- area di chat/videochat destinata agli studenti/famiglie;
- pagina/gruppo facebook
- profilo twitter
- profilo google+
- canale youtube
- profilo linkedin
Terza fase
- formazione degli alunni inseriti nel team al fine di creare figure di co-docenza da inserire nelle diverse fasi di incontri con i destinatari dell’azione (alunni delle scuole della regione);
- definizione, con i dirigenti scolastici regionali, di un piano di intervento formativo verso i docenti delle scuole di ogni ordine e grado;
- definizione con i dirigenti scolastici, rappresentanti delle istituzioni del territorio ed associazioni coinvolte, di un calendario di pubblici incontri destinate alle famiglie per presentare i rischi del cyberbullismo, internet dependence, ecc..;
- individuazione di referenti scolastici afferenti al progetto e formazione dei docenti dei consigli di classe;
- attivazione degli incontri con le famiglie, costituiti da momenti di dibattito e di confronto suddivisi in sessioni di 2 ore, ripetuti in due momenti differenti, replicati in tutti i centri regionali;
- coinvolgimento degli alunni appartenenti al team nel ruolo di osservatori/formatori e, opportunamente supportati dalle figure professionali coinvolte, attivi nell’analisi dei dati che nel tempo verranno gestiti e relazionati.
- incontri con gli alunni, divisi per fasce d’età e tipo di scuola, dove descrivere, attraverso sedute plenarie, anche con la attiva partecipazione del team di alunni formatori e con il supporto dei docenti del consiglio di classe formati precedentemente, i problemi e le criticità in ambito di cyberbullismo e nelle nuove dipendenze (internet, giochi on line), approfondendo anche il fenomeno della pedopornografia, del rischio di violazione dei dati personale e sensibili, le frodi informatiche (il tutto modulato in base al target specifico).
Risultati attesi
- Attivazione di uno sportello d’ascolto telematico, attraverso canali di videconferenza (skype-hangouts) con i quali famiglie e/o studenti possono relazionarsi con le figure di supporto (esperto psicologo, legale, informatico/telematico, alunni formatori) per sottoporre richieste di chiarimenti e/o approfondimenti;
- sviluppo dei dati raccolti dal team e analisi statistiche/sociologiche;
- individuazione delle criticità, best practice, sviluppando i contenuti del portale (in area pubblica/riservata) a disposizione della comunità studentesca e dei cittadini;
- creazione e sviluppo di moduli didattici specifici da condividere, in modo collaborativo, con i docenti attori degli interventi didattici, riprocessando nel tempo, attraverso analisi delle ricadute sugli studenti, criticità è positività delle strategie comunicazionali formative, strutturando gli stessi attraverso sviluppi di trasversalità pluridisciplinari che coinvolgano un numero sempre maggiore di discipline;
- creazione di unità didattiche specifiche, anche audio/video, da utilizzare nella didattica d’aula, attraverso l’uso di tecniche di fruizione in modalità cloud e podcasting;
- supporto alle scuole su progettazione/riprogettazione delle proprie strutture telematiche, con attenzione specifica in ambito di sicurezza informatica e fruibilità della stessa, anche attraverso formazione di figure specifiche interne che possano affrontare, con competenza ed efficacia, eventuali problemi che, con l’utilizzo delle reti in un’ottica di scuola sempre più digitale, si vengono a manifestare con sempre maggior frequenza.
- promuovere la propria consapevolezza di “cittadino attivo” dei giovanissimi e dei giovani mediante lo sviluppo delle life skill (abilità di vita) specifici quali:
- maggiore resistenza ali’influenza negativa dei pari o dei modelli che provengono dalla società;
- maggiore consapevolezza di sé;
- maggiore tendenza all’autoprotezione e alla protezione degli altri;
- giochi di ruolo
- giochi teatrali
- lavori di gruppo
Modalità di diffusione del progetto
- portale web
- socialnetwork
- rappresentazioni teatrali
- media(stampa e televisione)
- incontri pubblici destinati a cittadini
- sensibilizzazione delle figure di vertice nelle amministrazioni comunali attraverso
- incontri specializzati
- piattaforme LMS-CMS per la gestione della informazione/formazione (Moodle – GSuite for Education)
Metodologia dei processi
Partendo dal presupposto che la matrice fondamentale e sostanziale del bullismo e del cyberbullismo sia di tipo relazionale, ossia un soggetto si avvale del proprio potere per infliggere un danno ad un soggetto più debole, non in condizione di difendersi, allo scopo di affermare il proprio dominio sull’altro, si comprende che per il successo del progetto a livello metodologico occorre privilegiare quelle strategie capaci di formare gli alunni al rispetto, alla democrazia, alla legalità..
A partire da questo focus metodologico, è possibile, quindi, indicare come attività privilegiate, per arginare e prevenire il fenomeno bullismo, proprio quei modelli di educazione tra pari che meglio rispondono al bisogno formativo-reiazionale esistente o prevalente in contesti a rischio di bullismo e quelli che accentuano in maniera particolare la dimensione relazionale come elemento fondamentale anche dei processi di miglioramenti cognitivi.
In particolar modo si farà ricorso al Cooperative Learning e alla peer education. Il primo, infatti, sviluppa, insieme ad una conoscenza attivamente costruita, anche capacità relazionali negli studenti, aumenta il loro senso di responsabilizzazione, migliora l’apprendimento (è dimostrato che ad apprendere di più non sono soltanto gli studenti in difficoltà, grazie all’apporto dei migliori, ma anche questi ultimi, stimolati dal proprio ruolo di “tutor”), migliora la capacità di lavorare in gruppo e quindi di adempiere al proprio ruolo (responsabilità condivisa), e aumenta il senso di autoefficacia e quindi l’efficacia stessa degli studenti.
La Peer education risulta particolarmente adatta come approccio metodologico volto a rendere i ragazzi protagonisti del processo formativo; essa assume l’attività fra pari come un metodo per diffondere informazioni e sviluppare strategie efficaci tramite un processo di condivisione di pensieri, assunzione di impegni reciproci e negoziazione di compromessi e, nel contempo, consente un atteggiamento di apertura verso nuove idee.
Tale sistema, all’interno del progetto, risulta molto interessante, perché presenta molteplici risvolti:
- rende più maturi i peer educator;
- insegna a tutti che il rapporto tra coetanei, pur sempre piacevole, può avere anche scopi più alti del semplice gioco – passatempo; “facilita l’apprendimento, in quanto il peer educator è naturalmente in grado di utilizzare il linguaggio più consono e di adeguare il lavoro alle necessità del gruppo;
- aiuta gli adulti a conoscere meglio le reali dinamiche e le esigenze del gruppo e ad essere accettato da quest’ultimo non come un estraneo “invasore”, ma come un adulto amico che è disponibile ad ascoltare senza pregiudizi;
- riconosce gli adolescenti quali primari attori nella promozione del loro benessere e nella realizzazione di azioni di prevenzione di comportamenti a rischio.
Tecnologie utilizzate
- Portale WEB
- Piattaforma CMS-LMS
- Social Network
- Server Linux locali per lo sviluppo dei contenuti
- Videocamere professionali per la realizzazione di video didattici Strumenti software per la manipolazione delle immagini
Tipologia di prodotti finali
- unità didattiche di apprendimento
- metodologie di digitalleaming
- metodologie di collaborative leaming
- analisi statistiche
- archivio di best practice
- articoli digitali
- parametrizzazione e normalizzazione di piattaforme open per la didattica digitale (sia collaborativa che capovolta)
- costituzione di un team di docenti/studenti consapevoli di nuove metodologie di analisi di dati in contesti educativi
Evoluzioni del progetto
- Realizzare e sperimentare curricoli di educazione alla cittadinanza in senso orizzontale e verticale, con particolare attenzione alla continuità tra diversi ordini di scuole (primarie, secondarie di I grado);
- Partecipare alla costruzione di percorsi didattici condivisi per facilitare il raggiungimento di traguardi e competenze di base comuni da parte degli alunni delle singole scuole, in collaborazione con le reti territoriali degli istituti primari e secondari di I grado;
- Utilizzare le nuove tecnologie come strumento innovativo per conoscere, documentare, comunicare e diffondere il materiale relativo alla ricerca-azione prodotto dalle singole istituzioni scolastiche aderenti all’accordo.
- Confrontarsi e cooperare con le altre realtà scolastiche ed istituzionali coinvolte nel progetto, documentando, valutando e scambiando le “buone pratiche” in modo da creare una continuità educativa che permetta di avere tempi e spazi sempre più adeguati per raggiungere gli obiettivi che ci si propone;
- Coinvolgere il mondo della famiglia, della scuola, del volontariato, delle Istituzioni, stabilendo contatti e forme di collaborazione;
- Saper attuare un ascolto attivo dei diversi punti di vista e confrontare le proprie opinioni con quelle altrui (Empatia e Comunicazione Efficace);
- Assumere nel gruppo di studio un ruolo critico e propositivo;
- Assumersi responsabilità di co-gestione del processo;
- Consolidare l’approccio a contenuti multi e interdisciplinari che sfocino in iniziative “civiche” attuate in relazione al tipo di classe, alle esigenze degli studenti e alle risorse del territorio secondo una concezione aperta e attiva di cittadinanza;
- Utilizzare i diversi ambiti del percorso formativo per elaborare idee, motivare scelte e promuovere azioni consapevoli finalizzate al miglioramento continuo del proprio contesto di vita;
- Acquisire la consapevolezza dell’importanza del rispetto delle regole, dei canoni comportamentali da assumere nella comunità sociale e delle norme giuridiche che regolano gli stessi;
- Conoscere le istituzioni che tutelano il nostro territorio.
Conclusioni
- Sostenere la progettazione di itinerari formativi trasversali e specifici riferiti all’educazione alla cittadinanza attiva e al rispetto delle regole per garantire la diffusione nelle scuole di modelli formativi coerenti e funzionali a obiettivi di apprendimento, attraverso il coinvolgimento di tutte le componenti scolastiche.
- Prevedere, attraverso l’interazione con soggetti qualificati e con gli Enti Locali, la diffusione nel territorio provinciale di iniziative culturali inerenti lo sviluppo di una cittadinanza attiva.