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“Teatro forum” per dire “No alle ludopatie”

Gli studenti durante la rappresentazione

Il progetto realizzato da alcuni studenti dell’Istituto “De Simoni – Quadrio” e dell’Istituto Agrario “G.Piazzi” di Sondrio per riflettere sui problemi legati al gioco d’azzardo attraverso il linguaggio del teatro. Ecco la testimonianza della professoressa Piacentino, referente del progetto “Teatro Forum”

Un percorso articolato in 6 incontri, da marzo a maggio 2019, che ha coinvolto una quindicina di studenti dell’Istituto De Simoni – Quadrio e dell’Istituto Agrario di Sondrio per riflettere sui problemi legati al gioco d’azzardo attraverso il linguaggio del teatro, importante strumento pedagogico capace di costruire legami sociali e attuare stili di vita corretti e improntati sulla salute. È quanto promosso dalla professoressa Loredana Piacentino attraverso un gruppo di lavoro inserito nell’ambito del progetto per il contrasto alle ludopatie e al gioco d’azzardo. 

Come si sono articolati gli incontri con i ragazzi?

Ciascuno degli studenti è stato coinvolto attivamente nel progetto attraverso la tecnica del “teatro forum”, una sorta di teatro partecipativo che ha stimolato anche il pubblico composto da docenti e da alcuni alunni dell’Istituto Comprensivo “Sondrio Centro” invitandoli a modificare insieme agli attori dei comportamenti “scorretti”.  Prima di iniziare a lavorare alla realizzazione dello spettacolo vero e proprio abbiamo provato a “divertirci” in modo da recuperare la “dimensione positiva” e di “socialità” del gioco considerandolo come un divertimento. Con il gruppo di lavoro, nel corso degli incontri, abbiamo analizzato diverso materiale legato al tema come i testi letterari di Dostoevskij, condotto una ricca analisi di articoli di giornale e di alcuni spot pubblicitari. Dopo esserci affacciati agli scritti e alle dinamiche sociali, i ragazzi hanno iniziato a parlare di loro stessi provando, al tempo stesso, ad identificarsi in una storia all’interno di una famiglia costretta ad affrontare i problemi legati al gioco d’azzardo. Analogamente anche il pubblico, che ha assistito alla rappresentazione tratta da una storia vera, è stato invitato a calarsi nei panni dei protagonisti sostituendosi agli attori. 

Il laboratorio, finalizzato alla costruzione di una piece teatrale aperta al pubblico, si è avvalso della tecnica del teatro forum. Di cosa si tratta esattamente?

La metodologia del teatro forum è una fra le tecniche di “Teatro dell’oppresso” che prende ispirazione dalle teorie del regista brasiliano Augusto Boal, nutrito da un punto di vista pedagogico da Paulo Freire, pedagostista brasiliano e teorico dell’educazione. Questo teatro nasce con l’idea che ognuno di noi può, con le proprie azioni e il pensiero, influenzare gli sviluppi socio-politici. Si tratta di un metodo utilizzato in circa la metà delle Nazioni del mondo come strumento utile a restaurare il dialogo tra gli esseri umani. Secondo questa teoria infatti è proprio la mancanza di dialogo che genera la relazione oppressi-oppressori. Attraverso il teatro gli studenti  hanno preso coscienza delle proprie abitudini quotidiane per cercare di trovare insieme delle soluzioni e strategie adeguate al contesto di riferimento. Spesso infatti i nostri comportamenti sono meccanizzati e omogeneizzati all’interno di una società che impone gesti senza che ne siamo realmente consapevoli. Il lavoro teatrale cerca di farci uscire da questa meccanizzazione per riportare le nostre menti ad un grado di coscienza e consapevolezza tale da “svegliarci” e poter agire. 

Quale è stato il riscontro dei ragazzi rispetto a tale iniziativa?

Inizialmente sono parsi un poco dubbiosi di fronte alla particolare metodologia del “teatro forum” che li ha portati a sperimentare e a mettersi in gioco anche con il loro corpo. Devo però ammettere che, ciascuno di loro, si è impegnato davvero molto. In un primo momento la percezione era che si trattasse di un problema “lontano” rispetto al vissuto dei ragazzi, in realtà, incontro dopo incontro, hanno realizzato che purtroppo il problema del gioco d’azzardo oggi sta entrando in un processo di “normalizzazione”. 

Il progetto teatrale intrapreso quest’anno avrà un seguito?

Gli studenti che hanno partecipato al laboratorio sono stati molto bravi e l’idea è quella di proseguire anche a settembre con un progetto simile. Anche i ragazzi della scuola media hanno risposto molto bene agli stimoli proposti da quelli delle superiori e, nel corso della rappresentazione, si è arrivati perfino ad affrontare altre tematiche legate alla famiglia e all’affettività. Ritengo che oggi ci sia una grande necessità di lavorare attorno a certi temi poiché, il problema delle ludopatie, è una questione molto seria e, sfortunatamente, la provincia di Sondrio detiene un triste primato a tal riguardo. Probabilmente il problema non è ancora pienamente percepito dalla popolazione ma si tratta di qualcosa di concreto e reale.

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Azzardopatia: le conseguenze disastrose

Il gioco d’azzardo genera problemi che coinvolgono tutti i settori della vita del giocatore. Destabilizza l’equilibrio finanziario, ma anche la sua salute fisica e psicologica, la sua famiglia, le relazioni sociali e talvolta la sua attività professionale

Difficoltà finanziarie

Il giocatore, quando il gioco rappresenta una grande parte della sua vita, finisce con impegnare ingenti somme di denaro, spesso in contrasto con il proprio reddito personale e familiare. Tali spese finiranno per minacciare le sue finanze generando una sorta di circolo vizioso: il giocatore accumula debiti a causa del gioco d’azzardo e finisce per giocare nel tentativo di recuperare le somme perdute. L’indebitamento cresce via via e il giocatore può cercare i prestiti di denaro tra le proprie conoscenze o ad agenzie di credito. In situazioni particolarmente critiche, il giocatore può arrivare a commettere reati (truffa, appropriazione indebita, furto, ecc) per recuperare i soldi necessari al gioco.

Un equilibrio psicologico minacciato

Nei casi patologici la ricerca permanente di occasioni per giocare genera forti tensioni nel giocatore che alterna l’eccitazione nei momenti che precedono il gioco alla frustrazione per la sconfitta che porta ad avere reazioni aggressive o addirittura violente. Questi continui cambiamenti di umore destabilizzano il suo equilibrio mentale.

Le perdite di denaro e la consapevolezza di compromettere le proprie finanze e quelle della propria famiglia genera sensi di colpa e tentativi ripetuti di recuperare la situazione.

Nel corso del tempo, il disagio aumenta e la stima che ha di se stesso viene meno; compaiono segni di depressione.

Questo disagio psicologico può essere accompagnato da disturbi del sonno e perdita di appetito. Per ridurre le tensioni, il giocatore può arrivare ad assumere sostanze psicotrope (alcol, droghe o altre droghe) che a lungo andare finiscono per aggravare e compromettere ulteriormente la situazione.

Difficoltà sociali e professionali

Il giocatore tende ad isolarsi nel tempo riducendo gli spazi di relazione sia all’interno della famiglia che della propria rete sociale. Il suo comportamento imprevedibile, con tratti spesso aggressivi, allontana spesso le persone del suo entourage

Le difficoltà possono anche estendersi alla sfera professionale. Quando il tempo dedicato al gioco cresce possono generarsi disturbi del sonno che interferiscono con l’attività lavorativa; la depressione sottostante può causare una perdita di interesse per l’attività professionale e un possibile aumento dell’assenteismo. Una diminuzione della concentrazione e la qualità del lavoro, vengono amplificati dalla possibilità di giocare on-line e durante le ore di lavoro.

Le difficoltà presenti in tutte le sfere della vita del giocatore, l’instaurarsi di una depressione possono comportare una grande sofferenza mentale fino a generare pensieri suicidi. Data l’entità dei problemi, il giocatore si sente impotente, con le spalle al muro senza una prospettiva reale di cambiamento.

Fonte: milano-noslot.it

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Dillo con una vignetta…

L’azzardo non è un gioco

Una carrellata di immagini per riflettere







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