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Sondrio, le scuole della provincia unite contro gioco d’azzardo e ludopatie

La presentazione ufficiale di alcuni fra i numerosi progetti messi in campo per studenti, docenti, genitori e cittadinanza, grazie alla collaborazione fra Ufficio scolastico territoriale di Sondrio, Istituzioni scolastiche, Ats della Montagna, Asst, Cooperative e Associazioni del territorio.

La conferenza stampa di presentazione del progetto presso l’Ust di Sondrio

Si è svolta giovedì 24 ottobre 2019, presso l’Ufficio Scolastico Territoriale di Sondrio, la conferenza stampa di presentazione dei progetti “Contrasto al gioco d’azzardo e ludopatie nelle scuole (nato da un accordo stipulato nel 2018 tra Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia e Regione Lombardia che quest’anno ha visto la nascita di un apposito “Osservatorio provinciale” con sede presso l’Istituto comprensivo “Paesi Orobici” di Sondrio) e “Senza Se, senza Gap”, il progetto specificamente rivolto alle famiglie e finanziato con un bando Ats della Montagna. Ad intervenire durante la mattinata il Dirigente Ust di SondrioFabio Molinari, il Dirigente scolastico Gianmaria Toffi dell’Istituto “De Simoni – Quadrio” (istituto capofila del progetto “Contrasto al gioco d’azzardo e ludopatie”), il Dirigente scolastico Maria Pia Mollura dell’Istituto comprensivo “Paesi Orobici” di Sondrio (scuola capofila Rete SPS – “Scuole che Promuovono Salute” della Provincia di Sondrio e capofila della rete dell’Osservatorio ludopatie e gioco d’azzardo), il Direttore generale di Ats della MontagnaLorella Cecconami, e Marco Duca, referente territoriale “Cooperativa lotta contro l’emarginazione”

«Tante le attività messe in campo per sensibilizzare docenti e studenti sul tema del gioco d’azzardo che non rappresenta una semplice debolezza ma un vero problema che può compromettere la vita economica e sociale delle persone – ha esordito il Dirigente Ust, Fabio Molinari –. Per cercare di trasmettere corretti stili di vita è fondamentale la collaborazione di tutti: dalle scuole, all’Ats della Montagna, passando per l’Asst, la cui sinergia è indispensabile. Ad oggi l’Istituto “De Simoni – Quadrio” ha avviato diversi percorsi legati alla formazione del personale docente ma anche iniziative rivolte agli studenti come il corso tenuto dal professor Sandro Barbagallo sul tema dell’azzardo nell’arte e il concerto-spettacolo diretto dal maestro Lorenzo Passerini in programma per il 15 novembre. Al tempo stesso è stato costituito l’Osservatorio sulle ludopatie che coinvolge diversi soggetti e fa capo all’Istituto “Paesi Orobici” e cha a sua volta si fa promotore di altre iniziative a cominciare dal convegno “Mettiti in gioco – Punta su te stesso” che verrà organizzato sabato 26 novembre presso l’Auditorium Torelli e che vedrà alternarsi autorevoli relatori».

«L’Istituto “De Simoni – Quadrio” ha svolto il ruolo di pianificazione del progetto con l’attivazione, a settembre 2018, di un vasto intervento formativo rivolto ai docenti della provincia – ha spiegato il dirigente dell’Istituto “De Simoni – Quadrio”, Gianmaria Toffi –. 38 gli insegnanti che hanno partecipato ai corsi erogati in 5 sedi diverse. Tra gli obiettivi dell’intervento, oltre alla diffusione di informazioni sull’entità del fenomeno nel contesto territoriale e sulle sue caratteristiche globali, si è individuato lo sviluppo di abilità relazionali e competenze argomentative spendibili in situazioni di contatto con persone esposte al fenomeno dell’azzardo. Le fasi successive del progetto hanno visto il coinvolgimento di gruppi di studenti delle scuole superiori che sono stati formati per diventare testimoni e “peer educator” presso altri studenti delle scuole medie. Alcuni di questi laboratori sono ad oggi in corso di svolgimento ma vi sono già riscontri più che positivi. Infine, oltre alla realizzazione del sito web dedicato www.nobullying.help/ludopatie/, entro dicembre, sono previsti alcuni eventi aperti al pubblico, nella prospettiva della più ampia condivisione di una visione attenta e critica rispetto al fenomeno del gioco d’azzardo, tra cui un concerto-spettacolo diretto dal maestro di fama internazionale, Lorenzo Passerini in programma il 15 novembre». 

«L’Istituto “Paesi Orobici”, in veste di capofila provinciale della rete “Scuole che Promuovono Salute”, già dal 2016 è attivo sul fronte della prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo – ha aggiunto il dirigente dell’Istituto comprensivo “Paesi Orobici”, Maria Pia Mollura –. Attraverso la collaborazione con la “Cooperativa lotta contro l’emarginazione” sono stati realizzati dei percorsi di formazione ai docenti di varie scuole della provincia e, nel contempo, attività di conoscenza/prevenzione rivolte ai ragazzi. Considerato che il problema della dipendenza risulta essere diffuso in modo consistente anche fra gli adulti, lo scorso anno scolastico, l’Istituto ha partecipato e ottenuto finanziamenti da due  ulteriori bandi: il primo emanato dall’Usr che ha portato alla costituzione di un “Osservatorio”  che, attraverso una serie di azioni, monitori il fenomeno  in provincia; il secondo, emanato dall’Ats della Montagna, attraverso il progetto “Senza se e senza Gap” ha come obiettivo proprio una informazione/formazione rivolta ai genitori e ad un pubblico di adulti per far sì che scuola e famiglia possano camminare nella stessa direzione supportandosi al fine di riuscire a debellare o comunque ridurre il più possibile il numero di persone che si lasciano affascinare e poi schiavizzare dal gioco d’azzardo». 

«L’azzardo è uno dei tanti stili di vita su cui vogliamo lavorare e che spesso va di pari passo con altre dipendenze e colpisce categorie molto fragili e vulnerabili – ha spiegato il Direttore generale di Ats della Montagna, Lorella Cecconami –. Nel 2018 le persone in carico ai Sert nel territorio dell’Ats della Montagna erano 105  ma questo dato rappresenta solo la  punta dell’iceberg. Nel 2017, l’ultima rilevazione sul gioco d’azzardo legalizzato ha visto la provincia di Sondrio posizionarsi sesta in Italia come spesa pro capite e seconda in Regione Lombardia. Sulla presa in carico dei Sert la fascia prevalente è quella che va dai 40 ai 59 anni. Inoltre, i dati relativi ad un’indagine del 2014 rivolta agli  adolescenti ci dicono che, a livello nazionale, ben il 60% ha giocato almeno una volta nella vita. Per il 2019 Regione Lombardia ci ha dato circa 250mila euro per intervenire sul tema del gioco d’azzardo patologico: una quota è destinata ad interventi di prevenzione anche nelle scuole mentre un’altra è dedicata all’apertura di centri di residenzialità e semi residenzialità per i soggetti dipendenti. I comportamenti su cui agire sono davvero tanti ma tutti sono sempre correlati fra loro».

«Dal 2013 abbiamo iniziato a lavorare in provincia di Sondrio su questo tema e la nostra attività si è sviluppata sul fronte della prevenzione con le scuole e Ats per cercare di contenere la “normalizzazione” del gioco d’azzardo – ha concluso il referente della  “Cooperativa lotta contro l’emarginazione”, Marco Duca –. I ragazzi di oggi sono nati circondati dal gioco d’azzardo, dalle scommesse online, e ormai è possibile puntare su qualunque cosa ma è importante far comprendere alle nuove generazioni che l’azzardo non è affatto qualcosa di “normale”. Basti pensare che, dal 2007 ad oggi, si è passati da 47milirdi di euro di giocato a 106 miliardi e lavorare al fianco dei giovani è fondamentale affinché diventino essi stessi promotori di prevenzione. Inoltre, una rilevazione condotta tra il 2017 e il 2018 su oltre 200 ragazzi delle scuole secondarie di primo grado della provincia di Sondrio, ha messo in evidenza come il 70,7% di loro abbia giocato almeno una volta nella vita, il 63% abbia giocato nell’ultimo anno e il 28% ha dichiarato di aver giocato nell’ultimo mese».

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Osservatorio Provinciale Ludopatie

L’analisi del contesto provinciale in relazione al fenomeno delle ludopatie e del gioco d’azzardo patologico

L’Istituto Comprensivo “Paesi Orobici” di Sondrio, quale Scuola capofila Rete SPS – “Scuole che Promuovono Salute” della Provincia di Sondrio, rappresenta l’Istituto scolastico capofila e sede dell’Osservatorio Provinciale per il contrasto al Gioco d’azzardo e alle Ludopatie, coordinato dall’Ufficio Scolastico Territoriale di Sondrio

I dati epidemiologici sulla diffusione del fenomeno delle ludopatie e del GAP sono significativi, sia a livello nazionale che regionale. Nella popolazione generale è stimata una prevalenza di gioco nella popolazione 18-64 anni pari al 62,6% (studio Parlamento); 

Da un’ultima rilevazione, la provincia di Sondrio si classifica sesta in Italia e seconda in Lombardia per spesa pro capite: Como (1.737 euro), Sondrio (1.671) e Brescia (1.521) (rapporto del gruppo editoriale Gedi sul Gioco d’azzardo legalizzato, con dati aggiornati al 2017). 

I dati relativi al rapporto tra giovani e azzardo, raccolti tra l’ottobre 2017 e il mese di gennaio 2018 (indagine Centro Studi ‘Semi di Melo’, condotta su 11.494 studenti di 68 istituti secondari di secondo grado della Lombardia) riportano che il 52% del campione con età media di 17 anni (83% minorenni) dichiara di aver avuto esperienze d’azzardo. 

Tra i ragazzi il 9% ha “giocato” alle slot, il 6% online, il 22% alle scommesse, il 42% ai gratta e vinci. 

La maggior parte dei ragazzi e delle ragazze intervistate ha giocato d’azzardo la prima volta tra i 10 e i 15 anni; il 14% dichiara di spendere settimanalmente in azzardo. Il 69% ha riferito di conoscere luoghi in cui è possibile giocare d’azzardo anche se si è minorenni.

Giocare online è la modalità di azzardo più praticata (34%). Per i maggiorenni, sono le slot le più ricercate e utilizzate (23,5%). Chi gioca d’azzardo più frequentemente e maggiormente, indipendentemente dalla classe scolastica di appartenenza, predilige le scommesse: l’11,2% dei giovani afferma di spendere settimanalmente per queste.

La percezione del fenomeno ‘azzardo’ differisce molto tra chi non lo pratica e chi invece ci si avvicina frequentemente; chi gioca d’azzardo tende a percepirlo come malattia nel 18% dei casi contro il 40% di chi non gioca, negli altri aumentano le risposte relative all’abilità (5% contro il 2%), al divertimento (8% contro l’1%), alla fortuna (16% contro 8%) e al guadagno (11% contro il 1%).

Inoltre, tra chi gioca d’azzardo abitualmente (tutti i giorni), aumentano vertiginosamente le percentuali di chi dice di avere vicino giocatori abituali (giocano tutti i giorni): genitori 14% contro 7%, altri parenti (nonni e zii) 20% contro 14%, e amici 55% contro 24%.

Il 21.69% dei giovani del campione non interverrebbe mai vedendo un amico giocare d’azzardo, pur reputandolo molto pericoloso per il 58,2% dei casi. L’approccio all’azzardo è strettamente correlato alla storia scolastica: chi gioca d’azzardo, non solo quotidianamente ma anche con frequenze di gioco più ridotte, ha percentuali più elevate di bocciature, debiti e cambiamenti di istituto (es. È stato già bocciato il 32,5% di chi gioca d’azzardo ogni giorno contro l’11% della popolazione generale).

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Giovani e gioco d’azzardo

I risultati della ricerca realizzata da Nomisma in collaborazione con Università di Bologna e Gruppo Unipol presentati il 24 gennaio 2019 a Milano

L’INDAGINE

Nel 2018 il 48% dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni ha avuto almeno una occasione di gioco, propensione che segnala in modo inequivocabile il fascino che esercita il gioco. Si tratta di dimensioni che evidenziano un’ampia diffusione del gioco d’azzardo anche tra i giovanissimi e che suggeriscono l’importanza del monitoraggio del fenomeno per impostare azioni efficaci di prevenzione e sensibilizzazione. È con questo spirito che nasce l’Osservatorio Nomisma – realizzato con il supporto di Unipol e in collaborazione con tre dipartimenti dell’Università di Bologna i cui risultati sono stati presentati a Milano in occasione dell’evento “Gioco & giovani. Abitudini, motivazioni e approccio”. Un Osservatorio che ritiene cruciale l’interazione con le scuole che ogni anno partecipano attivamente grazie al coinvolgimento di un ampio campione di studenti tra i 14 e i 19 anni di età; nell’ultimo anno scolastico (2017-2018) alle attività dell’Osservatorio hanno partecipato oltre 10.000 ragazzi.

GLI EFFETTI NEGATIVI DEL GIOCO

Molti giovani (il 26%) iniziano a giocare per curiosità, per divertimento (23%) o per caso (20%); altri perché all’interno del gruppo di amici o familiare si gioca con abitudine (13%). Ulteriori motivazioni sono la speranza di vincere denaro (11%) come lo stimolo derivante da pubblicità o bonus (5%).

Non per tutti il gioco è divertimento; emerge infatti dallo studio condotto da Nomisma che il 6% dei ragazzi ha sviluppato pratiche di gioco problematiche. In questo segmento di giovani giocatori è possibile rilevare sintomi capaci di produrre effetti negativi derivanti dal gioco sia sulla sfera psico – emotiva (ansia, agitazione, perdita del controllo) sia su quella delle relazioni (familiari, amicali e scolastiche).

Il giocatore problematico è prevalentemente maschio, maggiorenne, frequenta istituti tecnici o professionali, ha un rendimento scolastico insufficiente e risiede al Sud. Tra gli studenti della Lombardia la quota di giocatori problematici è pari al 4%, più bassa della media nazionale, ma in linea con quella di altre regioni settentrionali.

Non solo il gioco problematico è fattore di attenzione: anche l’accesso dei minori al gioco lo è; l’Osservatorio Nomisma segnala che il 46% dei minorenni ha avuto almeno una occasione di gioco negli ultimi 12 mesi.

Molti i dati proposti dall’Osservatorio – utili a delineare i comportamenti di gioco; il 10% degli studenti delle scuole secondarie superiori è frequent player (ha giocato una volta a settimana o anche più spesso). Tuttavia il gioco è per lo più un passatempo occasionale e ha un impatto limitato sulla vita quotidiana. Il 6% degli studenti gioca con cadenza mensile, un altro 32% più raramente.

Per il 75% dei giocatori la spesa media settimanale in giochi è inferiore a 3 euro e il 58% deglistudenti non spenderebbe nulla in giochi davanti a un’inaspettata disponibilità di 100 euro.

L’Osservatorio 2018 ha inoltre proposto un focus per valutare quanto la pubblicità influenzi i giovani nel provare per la prima volta il gioco d’azzardo.

Il focus ha evidenziato, il profilo dei soggetti più sensibili a tale fattore: i ragazzi più giovani (il 10%degli under 15 inizia a giocare d’azzardo attratto dalla pubblicità vista sui mezzi di comunicazione odai bonus trovati on line), che frequentano gli istituti professionali (11%), che credono che per vincere al gioco sia una questione di abilità (13%), che hanno uno stile di vita che comprende l’uso abituale di sostanze d’abuso (14%).

Un’analisi della spesa media settimanale per giochi e scommesse dei giovani giocatori sensibili alla pubblicità mostra come l’importo medio speso sia di 9,10 euro su un totale di 28 euro disponibili grazie alla paghetta, ogni settimana, per esigenze personali.

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