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Per fermare i bulli, serve l’impegno di famiglia, società e istituzioni

Intervista a Mary Petrillo, Psicologa criminologa coordinatrice del Crime Analysts Team

 
Ragazzi che minacciano propri coetanei, ma anche adulti, come i propri professori: episodi sempre più all’ordine del giorno, e che è necessario contrastare e prevenire. Ma come nasce un bullo? Per la dottoressa Mary Petrillo, “la famiglia è la prima agenzia sociale di un bambino, ma è sempre inserita in un determinato ambiente, nella società”

 

La solitudine di una vittima di bullismo (foto Pixabay).

07 Ott 2018
Ragazzi che minacciano propri coetanei, ma anche adulti, come i propri professori: episodi sempre più all’ordine del giorno, e che è necessario contrastare e prevenire. Ma come nasce un bullo? Per la dottoressa Mary Petrillo, “la famiglia è la prima agenzia sociale di un bambino, ma è sempre inserita in un determinato ambiente, nella società”
Il Consiglio Regionale della Puglia ha approvato all’unanimità una proposta di legge per contrastare il fenomeno del bullismo e cyber bullismo. Il provvedimento ha come obiettivo il contrasto del fenomeno attraverso una campagna di prevenzione, messa in atto con iniziative che avranno lo scopo di tutelare i minori e offrire ad insegnanti e genitori gli strumenti opportuni. Secondo quanto emerso dal Censis in collaborazione con la Polizia Postale, il cyberbullismo sarebbe in netto aumento rispetto al bullismo, arrivando a raggiungere persino il 77%.

Secondo Amnesty International, il 15% degli studenti italiani, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, ha subito diverse forme di bullismo. Il 10,4% ha subito atti di esclusione dal gruppo “dai propri pari”. L’indagine Istat risalente al 2014, ha portato alla luce che il 50%, che ha un’età compresa tra gli 11 e i 17 anni, ha subito una qualche forma si violenza nei 12 mesi precedenti. Tanti gli episodi di bullismo che giornalmente si verificano nel nostro paese, tante le azioni di contrasto che vengono messe in atto dagli organi preposti.

Lo scorso aprile, tre studenti hanno minacciato un professore con un casco. A seguito di questa azione sono stati bocciati, altri due invece sospesi. Le forze dell’Ordine hanno effettuato perquisizioni che hanno portato al sequestro di cellulari e del casco che i giovani avevano utilizzato per minacciare il professore. E poi ancora una professoressa, alle porte di Rom, è stata minacciata e ripresa con uno smartphone dai suoi alunni: “Te faccio scioglie in mezzo all’acido, te mando all’ospedale professorè”, è quanto le hanno detto gli alunni. Ci sono anche genitori che denunciato atti di bullismo ai danni dei propri figli, come accaduto a Lecce, dove un giovane sarebbe stato picchiato in classe dai propri compagni. Ci sarebbe anche un video dell’accaduto, girato da un compagno, dove si vede uno studente che esercita violenza contro il coetaneo mediante minacce, calci. Ma come nasce il fenomeno? Come contrastarlo? Ce lo spiega la Dott.ssa Mary Petrillo, Psicologa criminologa coordinatrice del Crime Analysts Team, docente master universitari e corsi di criminologia.

La Regione Puglia ha firmato all’unanimità la proposta di legge del M5S per contrastare bullismo e cyber bullismo. Lo scorso luglio, anche il Consiglio regionale delle Marche ha approvato all’unanime una legge per contrastare il bullismo, cyber pedofilia, sexting . Che opinione ha in tal senso?

“La mia opinione è che sono tutte iniziative lodevoli e spero siano portate avanti con serietà servendosi anche dell’aiuto di professionisti del settore capaci e non solamente “telegenici”.

Secondo il Censis in collaborazione con la Polizia Postale, il fenomeno del cyberbullismo sarebbe in netto aumento rispetto ai fenomeni di bullismo, arrivando a raggiungere persino il 77%. Condivide questa linea? Cos’è cambiato rispetto al passato e come si sono evolute le fenomenologie?

“A mio parere sono sullo stesso livello, comunque parliamo di bullismo quindi di azioni deplorevoli fra pari, il cyberbullismo forse rispetto al bullismo di strada e/o scolastico è pericoloso perché grazie ai media informatici e quindi tramite social, arriva ad un numero di persone più alto ed è per questo motivo che iniziative anche di natura legale oltre che psicologica sono necessarie, nella rete deve esserci più controllo esercitato da adulti di riferimento per i ragazzi e dalle Forze dell’ordine”.

In Italia abbiamo assistito a numerosi episodi di bullismo che hanno coinvolto sia studenti che professori ma anche genitori. Cosa induce i giovani ad esercitare violenza nei confronti di figure autoritarie come gli adulti?

“Sono dell’idea che i giovani rispecchiano purtroppo il decadimento morale, sociale ed etico della società che noi adulti presentiamo loro, se avessero buoni esempi sicuramente anche il loro comportamento sarebbe diverso e migliore, ricordiamoci che la famiglia è la prima agenzia sociale di un bambino, di un ragazzo, ma la famiglia è comunque inserita in un determinato ambiente, nella società”.

Come nasce un bullo? In che ambiente si sviluppa?

“Come dicevo l’ambiente favorisce la messa in atto dei comportamenti, quindi è necessario “bonificare” l’ambiente per far crescere giovani che diverranno adulti responsabili”.

Che cos’è il cyber bullismo?

“Il cyberbullismo sono tutte quelle azioni che provocano disagi di natura psicologica e anche fisica e che purtroppo spesso può avere esiti mortali, in chi lo subisce e avviene attraverso l’uso di mezzo informatici e tra i giovani mediante l’uso dei social più conosciuti”.

Come si possono contrastare i due fenomeni sociali?

“Con la volontà e serietà di voler far crescere i giovani in una società più sana sotto ogni punto di vista e cominciando noi adulti a dare loro il buon esempio e non solo a chiacchiere”.

L’avvento dei social ha fomentato lo sviluppo dei fenomeni?

“Più che fomentato, ha favorito lo sviluppo di questi fenomeni perché i ragazzi dietro ad uno schermo e ad una tastiera pensano di essere e rimanere anonimi, ma non è così!”

Quali sono i consigli che sente di dare ad una vittima di bullismo, cyber bullismo o violenza in generale? C’è un numero verde?

“Le vittime devono comunicare agli adulti di riferimento cosa gli sta accadendo perché la comunicazione aiuta loro, ma anche il “bullo” che può essere fermato e anche lui aiutato. I ragazzi possono rivolgersi sia telefonicamente che via computer anche al nostro Team su Facebook : Crime Analysts Team e soprattutto alle Forze dell’ordine che sono, oggi, molto ben preparati sull’argomento”.

Fonte: https://www.lavocedinewyork.com

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Bullismo

Bullismo, un decalogo per ragazzi e genitori

Aumentano i casi di bullismo e cyberbullismo in Italia: secondo i dati del Rapporto Censis 2016 emerge, infatti, che il 52,7% degli studenti tra 11 e 17 anni nel corso dell’anno ha subito comportamenti offensivi, non riguardosi o violenti da parte dei coetanei. La percentuale sale al 55,6% tra le femmine e al 53,3% tra i ragazzi più giovani (11-13 anni). Inoltre, secondo i dati diffusi dall’Osservatorio nazionale adolescenza, 1 adolescente su 10 tra gli 11 e i 13 anni subisce cyberbullismo rispetto all’8,5% dei ragazzi più grandi tra i 14 e i 19 anni. Le femmine sono ancora le vittime predilette dai cyberbulli (70%) che sono per oltre il 60% di sesso maschile.

“Il bullismo è un fenomeno in continua evoluzione – osserva Susanna Esposito, ordinario di Pediatria all’Università degli studi di Perugia e presidente dell’Associazione mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici, Waidid – i ragazzi non devono essere allarmati ma consapevoli che le loro azioni possono cambiare la vita di un loro coetaneo, influenzandoli durante una delle fasi più delicate della loro vita come appunto l’adolescenza”.

 

Il Centro multidisciplinare sul disagio adolescenziale della Casa pediatrica Fatebenefratelli a Milano, diretta da Luca Bernardo, solo nel 2016 ha assistito oltre mille pazienti, con un incremento dell’8% rispetto al 2015.

“I nostri piccoli pazienti hanno per lo più dagli 8 ai 16 anni, età che scende anche a quattro o cinque anni per quanto riguarda episodi di bullismo ‘classico’, che non va sulla rete, per intenderci – spiega Bernardo – Quello che manca è un incontro tra famiglie, scuola e istituzioni sul piano della prevenzione. I dati sul bullismo e, in particolare, sul cyberbullismo sono in aumento, questo significa che qualcosa non sta funzionando. Bisogna formare prima di tutto le famiglie e gli insegnanti”.

E proprio in collaborazione con la Casa pediatrica Fatebenefratelli, a Perugia Susanna Esposito intende istituire uno sportello multidisciplinare per offrire un aiuto ai minori vittime di violenze nella Clinica pediatrica dell’Aou: “Le violenze consumate contro i minori spesso non vengono intercettate neanche dai medici di famiglia e dai pediatri e diventano evidenti quando ormai sono reiterate – sottolinea – A Perugia dal mio arrivo un anno fa mi sono trovata spesso di fronte a situazioni di abuso sui minori e a un importante disagio sociale”.

Ma cosa si può fare contro bullismo e cyberbullismo? Ecco le 10 regole raccomandate dai pediatri di Waidid per gli adolescenti e i loro genitori:

1) Rispetta: Non offendere i tuoi compagni o amici. Anche se ognuno è diverso, la prima regola è il rispetto

2) Coinvolgi: se vedi un tuo coetaneo escluso dai giochi e dalle attività che fate, coinvolgilo, anche se può sembrarti diverso

3) Dialoga: subire il bullismo fa stare male. Parlane con un adulto di cui ti fidi, con i tuoi genitori, con gli insegnanti, con il tuo medico. Per i genitori: osserva il comportamento di tuo figlio. Ogni cambiamento improvviso nel suo comportamento, senza un motivo ragionevole, deve destare la nostra attenzione.

4) Segnala: se sai che qualcuno subisce prepotenze, parlane subito con un adulto. Questo non vuol dire fare la spia, ma aiutare gli altri. Per i genitori: parla in modo rassicurante con tuo figlio di quanto è successo, sollevalo dai sentimenti di colpa e premialo per averne parlato

5) Reagisci: se gli atti di bullismo diventano violenti, se ti prendono in giro sui social network, dopo averne parlato con la tua famiglia e la scuola se gli episodi continuano rivolgiti ai centri specializzati o a Carabinieri e Polizia di Stato

6) Non isolarti: spesso il bullo provoca quando sei solo. Se stai vicino agli adulti e ai compagni che possono aiutarti, sarà difficile per lui avvicinarsi.

7) No alla violenza: se uno o più persone compiono atti ripetuti di bullismo colpendoti, con violenza difenditi, ma non diventare violento anche tu. Per i genitori: non chiedete a vostro figlio di ‘ripagare’ il bullo con lo stesso comportamento

8) Fai buon uso dei social network: usa i social network in maniera responsabile e rispettosa per comunicare con i tuoi amici. Non ‘taggare’ i tuoi compagni senza aver avuto prima la loro autorizzazione, non parlare male di loro, non caricare video che potrebbero creare imbarazzo o vergogna

9) Pensa prima di agire: Cosa succede se compio quel gesto? Prima di compiere certe azioni, pensa, rifletti e poi agisci. Certe azioni se gravi comportano delle violazioni della legge e si è perseguibili

10) Sconfiggi il bullismo!

Fonte: http://www.adnkronos.com/

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